Intervista al Dott. Carlo Ignazio Cattaneo

Quanti di noi rabbrividiscono solo a sentire la parola psichiatra? Letteratura prima, cinema dopo, hanno un po’ plasmato l’idea che abbiamo di questa professione. Oggi, vogliamo non solo chiarirvi un po’ di dubbi ma anche mettere fine all’idea che solo i pazzi si rivolgono allo psichiatra.

Scopri il mondo della salute mentale con Carlo Ignazio Cattaneo, medico psichiatra di MO4MO.

Buongiorno Carlo! Partiamo subito con una piccola presentazione…

Sono uno psichiatra e dottore di ricerca in neuropsicofarmacologia, impegnato nella clinica dei disturbi resistenti e delle dipendenze. In passato mi sono occupato di terapia elettroconvulsivante. Oggi mi dedico invece alla neurostimolazione cerebrale non invasiva come la stimolazione magnetica transcranica (r-TMS). Ho avuto inoltre la fortuna di fare varie esperienze universitarie nella Svizzera francese, in Danimarca e in Australia.

Come hai conosciuto MO4MO e perché hai sposato il progetto?

Sono venuto a conoscenza di MO4MO grazie a uno dei suoi fondatori: Carlo Fazzari. Essendo lui un omone di due metri, non me la sono sentita di tirarmi indietro quando mi ha convolto nel progetto, promuovendomi a responsabile della salute mentale del movimento. (ride n.d.r.).
A parte gli scherzi, mi piace l’idea di poter fare divulgazione visto che di salute mentale, soprattutto legata al mondo maschile, si parla ancora troppo poco. Le persone non sono consapevoli che alcuni dei loro problemi possono essere risolti proprio da uno psichiatra. MO4MO, oltre alla salute mentale in generale, ha un occhio aperto sul tema prevenzione suicidi. Cominciare a parlare di psichiatria e di suicidio, parola che fa veramente molta paura, è importante per fare prevenzione.

Perché è importante MO4MO per la salute mentale maschile?

È importante perché si comincia a instaurare una discussione. Noi uomini facciamo fatica a prendere contatto con la nostra parte emotiva. Le statistiche, per esempio, ci dicono che le donne tentano maggiormente il suicidio rispetto agli uomini ma che il sesso maschile compie atti più violenti e determinati. Possiamo dire quindi che il tasso di suicidi riusciti nella popolazione maschile è più alto rispetto a quello femminile. È importante capire che il suicidio non è una conseguenza diretta di una sindrome psichiatrica ma è una reazione alla disperazione ed alla percezione di mancanza di speranza.

Hai accennato alla prevenzione. Come?

Bisogna comunicare agli uomini che non bisogna avere paura di parlare del proprio disagio, della propria sofferenza psichica. Cominciamo a capire che se ne può parlare liberamente. Questo è il primo step. Avere poi degli spot nei punti di maggior rischio dove poter chiedere aiuto è un altro passo da fare. I suicidi anche se pensati e ripensati, sono caratterizzati da una certa impulsività. Avere qualcosa o qualcuno che interrompa quest’istintività può ridurre il successo dei suicidi. Un esempio che ho in mente è quello del Golden Gate di San Francisco, teatro purtroppo di molti suicidi, dove sono state installate delle reti. Chi si butta e viene fermato dalla rete, può facilmente fare un secondo tentativo e ributtarsi. Questo però non accade perché la rete blocca appunto quell’azione impulsiva; dunque, chi si butta non reitera il gesto suicidario.

Questo è il primo anno in cui parleremo di Salute Mentale a MoITALIA. Che cosa sono le malattie mentali?

Dare una vera e propria definizione è complicato. Quello che posso dire, senza scendere nei troppi tecnicismi, è che le malattie psichiatriche sono sindromi multifattoriali che hanno una componente genetica, biologica, quindi medica. Possono slatentizzarsi o modificarsi nell’andamento in base all’ambiente circostante ed ai fattori rischio a cui è sottoposta una persona.

Psicologo o Psichiatra: che differenza c’è e a chi rivolgersi?

Lo psicologo per poter praticare la psicoterapia deve avere conseguito una scuola di specializzazione e può lavorare in autonomia o talora a stretto contatto con lo psichiatra. Lo psichiatra è un medico, ha un’impostazione medico-scientifica e quindi è formato per porre una diagnosi ed un eventuale un trattamento. Psicoterapeuta e psichiatra sono ruoli che si possono sovrapporre o lavorare in collaborazione. Lo psichiatra ha il compito di arrivare ad una diagnosi ed eventualmente decidere se indirizzare il paziente a un percorso di psicoterapia oppure se intraprendere un trattamento di tipo farmacologico o biologico. Solitamente i casi più gravi sono seguiti da uno psichiatra mentre quelli meno gravi da uno psicoterapeuta. Normalmente si tende a rivolgersi prima a uno psicoterapeuta perché c’è meno stigma, anche se bisognerebbe farsi visitare prima dallo psichiatra. Spesso è proprio la presa in carico doppia (psicologo più psichiatra) a esitare in migliori risultati terapeutici.
Sfatiamo il mito che lo psichiatra è per i pazzi. Possiamo trattare anche disturbi comuni come l’insonnia o l’ansia.

Ultima domanda, un po’ d’obbligo visti i tempi che corrono. Quali sono gli effetti del Covid-19 sulla salute mentale?

Partiamo dagli adolescenti: abbiamo notato una sofferenza data più da lockdown che dal virus. I pazienti con alcune patologie psichiatriche più gravi (quelle dello spettro psicotico) invece hanno giovato del lockdown perché hanno potuto condividere un isolamento a loro funzionale. Per quanto riguarda l’impatto del Covid-19 , tra i pazienti che hanno avuto forme gravi con lunghe ospedalizzazioni o ricoveri in terapia intensiva si sono osservate sindromi dello spettro post-traumatico da stress.

Ringraziamo il Dott. Cattaneo per aver condiviso con noi la sua esperienza.

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